Ikebana: l’arte della composizione floreale giapponese
La connessione tra arte e natura è un concetto imprescindibile per chi si avvicina alla disciplina, conosciuta come Ikebana.
Ikebana: origini e sviluppo
L’Ikebana nasce durante il VI secolo d.C. in Asia, nel territorio indiano e in quello cinese. Ed è proprio attraverso i monaci cinesi che si diffonde fino in Giappone, dove raggiunge il massimo livello di conoscenza, pratica e diffusione.
Essa viene considerata una vera e propria forma d’arte, specializzata nelle composizioni floreali. Attualmente, sono presenti centinaia di scuole che si occupano di insegnare questa disciplina, ormai conosciuta in tutto il mondo.
In Occidente, in realtà, l’Ikebana è utilizzata a scopo puramente estetico-decorativo ma, alla sua base, c’è molto di più: un concetto filosofico, che mette in connessione la natura sia con l’arte, che con l’uomo. Soprattutto, per permettergli di raggiungere uno stato meditativo e di elevazione dello spirito.
Composizioni floreali: forme e significato
Nell’Ikebana, spesso, la parola d’ordine è armonia. Infatti, l’aspetto della composizione non deve essere sgraziato, evidenziando esclusivamente i fiori, ma deve dare importanza a tutte le sue parti: foglie e steli compresi.
Uno dei classici sistemi in uso è quello a tre, con i livelli posti in modo da rappresentare: in quello inferiore, la terra, nel centrale, l’uomo e, infine, nel livello posto più in alto, il cielo.
Anche la scelta dei fiori è molto importante e per nulla casuale. Si utilizzano, infatti, quelli stagionali, rifacendosi a un altro concetto alla base dell’Ikebana, quello secondo cui il trascorrere del tempo ha effetti sulla natura.